L’immobile con finiture antiche restaurate ha una sala da pranzo con grande camino con attiguo forno a legna, angolo cottura attrezzato con piano moderno a induzione e infinite suppellettili in stile, tavola capiente fino a sei persone. Inoltre c’è la camera matrimoniale, un soggiorno con divanoletto, bagno con doccia, riscaldamento centralizzato, condizionatore e WiFi. Parcheggio privato a 20 m dalla casa.
La dimora a tre piani in vecchio stile campagnolo ha raggiunto l’assetto attuale nell’ottocento, e la ristrutturazione che ho operato, è stata il più possibile conservativa, quindi sarete trasportati soggiornandovi in una atmosfera d’altri tempi.
Vi sono per entrare nell’abitazione due porte in legno, la prima con battente e nome in ottone che da accesso al piccolo ingresso con le scale in cotto per il primo piano e un passaggio verso il soggiorno del piano terra; l’altra entrata, è un portone rustico in legno completo di finestra apribile con grata che da diretto accesso al soggiorno a piano terra e che, volendo, può essere lasciato aperto durante il giorno o la notte, così da unire il salotto con l’esterno. Detto locale a piano terra dotato di divano letto sdoppiabile in due letti separati e di un originale armadio, era una antica stalla e la sua funzione si estrinseca, oltre che per gli autentici anelli in ferro per il serraglio degli animali, nel soffitto con volta a crociera in cotto che avvolge la sala completando l’abbraccio del pavimento del medesimo, antico materiale. Il locale da inoltre accesso tramiate una porta in legno con finestrella e piccolo corridoio con volta a botte, all’originale cantina di forma emisferica, scavata nel tufo della retrostante collina, che conserva un microclima da grotta naturale alla temperatura di circa 16 gradi, sia d’estate che d’inverno, perfetto per la conservazione degli alimenti e dei vini.
Continuando per la scala, si arriva alla sala da pranzo del primo piano che conserva l’atmosfera dei secoli passati con soffitto a travetti in legno e mezzane in cotto con travi di quercia (opportunamente ingabbiate con barre di acciaio per la sicurezza statica dell’edificio), pavimento costitutivo in cotto, suppellettili antiche in stile, cucina in muratura con fuochi moderni ad induzione e soprattutto, protagonista della sala, il grande camino in cui si può entrare in piedi con trave di quercia e forno a legna tutto conservato identico dall’ottocento. Qui troverete inoltre tutto le pentole adatte a cucinare e servire in tavola, tutte le posate di cui avete bisogno, una selezione particolare di piatti e bicchieri alloggiati in una antica piattaia lignea e la biancheria per la tavola.
Dalla sala da pranzo, una scala parte in cotto e parte in legno, da accesso alla camera da letto del secondo piano. In questo ambiente, il soffitto sottotetto inclinato, ancora con travetti in legno e mezzane in cotto, porta l’attenzione al grande letto matrimoniale con gli alti comodini antichi con piano in marmo, accanto alla finestra da cui si può ammirare uno scorcio del paese sottostane e delle colline toscane che vi sono intorno.
Completa la casa al piano secondo, il piccolo bagno con caratteristica finestrella che si affaccia sopra l’arco al centro del vicolo, doccia ottenuta nello spessore della parete che era il muro del castello e il WC in una stanzetta ricavata a mensola sulla facciata con sottostane tubazione di scarico ottocentesca in cotto che fa bella mostra sul davanti della casa.
Dovunque nell’abitazione, vi sono piccole rientranze dei muri che venivano usate in passato un po’ come armadietti e scaffali lignei che sono stati tutti ornati con suppellettili antiche che danno al vostro soggiorno, unitamente a trine e pizzi e tessuti antichi a profusione e all’attenzione al restauro dei mobili originali e della cura e ricercatezza dei dettagli, il sapore unico e sognante del tempo andato.
Perchè piccolo rifugio contro la peste 1480?
Faccio riferimento alla della pandemia di peste bubbonica dell’anno 1480; se volete leggere oltre, mi spiego.
Infatti, in quegli anni, il pittore fiorentino Benozzo Gozzoli, famoso per il peculiare affresco della cavalcata dei Magi a Palazzo Medici-Ricciardi a Firenze, stava lavorando al monumentale ciclo d’affreschi del Camposanto in Piazza dei Miracoli a Pisa (il ciclo d’affreschi più grande di tutto il mondo, realizzato da vari artisti dai secoli XIII al XVI, che compre tutte le ampie pareti interne del luogo sacro, purtroppo rovinato dai bombardamenti del 1944 ma magistralmente restaurato in loco e di cui si conservano in un dedicato museo, tutti i disegni preparatori detti sinopie). Mentre stava completando il riquadro dell’ebbrezza di Noè, per le contrade della Toscana scoppiò una delle grandi pandemie di peste bubbonica e per difendersi dai suoi miasmi, allora come adesso, il Benozzo dovette isolarsi in un posto remoto: Legoli.
Recluso in una nelle poche case che allora costituivano il paesello (perché no, proprio la casa di Lorenzo?) del piccolo borgo delle colline, tenne in allenamento la mano con una piccola commessa grazie a una misera colletta dei contadini villici del posto, dipingendo un commovente affresco sui quattro lati di una edicola campestre ancora ammirabile al giorno d’oggi in un allestimento originale al margine est di Legoli.
Benozzo Gozzoli fu impegnato nella realizzazione dell’edicola dal 31 maggio del 1479 all’11 gennaio e nel tema della crocifissione con santi e angeli in stile rinascimentale fiorentino con ali colorare, si percepisce il clima di paura per il virus che imperversava, nello sconforto di Maria e di San Giovanni e nel pallore cadaverico del Cristo morto in croce. Ancora di più nella parte che rappresenta l’incredulità di San Tommaso, con il dito che affonda nella piaga del costato del Salvatore, si comprende la vicinanza e il consternamento della morte che allora mieteva tante vittime.
Il 1480 è il numero che porta il piccolo, storico abitato di Legoli nell’arte e ciò è testimoniato al centro del paese con la monumentale insegna del ristorante di livello che appunto riporta il 14.80
Altre cose da evidenziare
Destinazioni
Volterra: città collinare fiorente nel periodo etrusco di quali conserva tratti di cinta muraria con porte, l’acropoli con scavi e un magnifico museo etrusco con molti manufatti importanti nonché un impianto abitativo medioevale e luoghi artistici ed enogastronomici di prim’ordine.
San Gimignano: La “New York del medioevo” a motivo delle sue torri antiche che si affollano nel suo apice con chiese d’arte e musei ( per i gusti forti c’è il museo della tortura) in contesto al di fuori del tempo.
Castelfalfi: soli 5 Km da Legoli si trova il centro per visitatori dove poter trovare piscine, sport, negozi, servizi, farmacia e ristoranti in un borgo recentemente restaurato in stile.
San Vivaldo: poco dopo Castelfalfi vi è un capolavori d’arte per niente reclamizzato dove, su una collina boscosa ad accesso libero, vie è la “piccola Gerusalemme di Toscana” comprendente le 14 edicole della via Crucis rappresentate con statue e bassorilievi cinquecenteschi in terracotta policroma della bottega di di Della Robbia.
Toiano e Villa Saletta: due borghi abbandonati a breve distanza da Legoli nelle colline toscane, in uno scenario agricolo cristallizzato e sognante con splendidi scenari poco o per nulla frequentati .
Certaldo: a 30 Km da Legoli è la città che diede i natali al Boccaccio e si compone di una città bassa e, prendendo la funicolare, la città alta di caratteristico impianto medioevale.
Pisa, Firenze Siena e Lucca si commentano da sole
nei viaggi prendersela comoda per fermarsi nei piccoli borghi toscani e sempre pieni di attrattive e ammirate le colline e le campagne.